Hai detto che la rabbia sarebbe tornata proprio come l’amore. Ho una sembianza nera che non mi piace. È una maschera, me la provo.

Anne Sexton

Come dice il «New York Times»,
l’ascensore cerca sempre da sé
il piano in fiamme
e si apre automaticamente
e non si chiude più.
Sono questi gli avvisi
che dovete dimenticare
se volete uscire da voi stessi
fino a catapultarvi in cielo…

Anne Sexton, (Newton, 9 novembre 1928 – Weston, 4 ottobre 1974), figlia di Ralph Harvey, un industriale di successo nel campo della lana, e Mary Gray Staples, crebbe nel confortevole ambiente della middle-class, ma non fu mai a suo agio con lo stile di vita della sua famiglia..
Con un padre alcolista e una madre che si definiva “bevitrice sociale”, trovò un punto di riferimento in Nana (Anna Dingley), una sua giovane prozia che viveva con loro: la malattia mentale della Dingley e il suo ricovero in un ospedale psichiatrico la segnarono profondamente.
Ad Anne Sexton non piaceva la scuola: la sua incapacità a concentrarsi e la poca disciplina spinsero gli insegnanti a insistere perché i genitori chiedessero un consulto, cosa che non fecero.
Dopo la high school venne iscritta alla “Garland School”, una scuola professionale dove, più che altro, si insegnava a diventare mogli e madri perfette. Anne non resistette a lungo in questa scuola e dopo un solo anno, alla fine del 1947, fuggì con Alfred Muller Sexton e lo sposò.
Nei primi anni di matrimonio e con la nascita delle figlie provò a condurre la vita convenzionale per la quale era stata educata ma questa vita di facciata andò presto in frantumi e la Sexton tentò varie volte di suicidarsi. Il nuovo psichiatra che la prese in cura la convinse ad avere un talento creativo inespresso e a scrivere. 
Nel 1957 si iscrisse al laboratorio di poesia del “Boston Center for Adult Education” il cui responsabile era John Holmes la cui posizione teorica era completamente contraria a quella della Sexton e che, proprio per questo, ebbe su di lei un ruolo fondamentale. Infatti fu proprio la sua critica negativa e la sua accanita opposizione a far comprendere alla Sexton che il suo mondo poetico, pur essendo controcorrente, le apparteneva e che doveva continuare sulla strada intrapresa.
Nel 1973 la Sexton chiese al marito il divorzio, che segnò l’inizio di un declino fisico e mentale: alla solitudine, all’alcoolismo, alla depressione, al rapporto difficile con le figlie si unì il disappunto da parte dei suoi lettori che non apprezzarono le poesie religiose che andava scrivendo. 
Nell’ottobre del 1974, dopo aver pranzato con Maxine Kumin, Anne Sexton si intossicò con il monossido di carbonio nel suo garage a Boston.